Bologna: da centro a periferia del welfare educativo
Abstract
Abstract
Since the years of its launch, social pedagogy has linked its reflexivity to the welfare state system. For this reason, the crisis of the traditional social protection models regards social pedagogy as a specific field of research. Is it possible to say that the horizon of the crisis from the economic environment has effected the epistemological level of the educational welfare approach? Is it possible to find in the actions of the educational professionals new paths useful to redefine the overall picture getting out from the crisis in a bottom-up direction? Starting from these research questions and through a qualitative approach keeping together analytical as well as transformative perspectives, this paper has focused on Bologna local context. The city of Bologna has been for a long time the national reference for the welfare policies, with particular regard to the educational innovations and experimentations that held together formal and not-formal education system and university research. In the first part, the paper reviews briefly the historical evolution of this scenario highlighting the possible reasons for a slope that led Bologna from the past of welfare state capital, to a situation in which the legacy of the past still allows good standards, but whose future appears at least foggy. The case-study of the European project ATOMS (research and action project focuses on educational trajectories to face the phenomenon of school drop-out) allows emblematically to enlighten the contradictions which characterize the educational local welfare in general. The project has been basing on the consciousness that the historical phase of Bologna’s educational welfare growth is over. Today, all the professionals involved have to rethink their approaches and actions as well as the local network that links them. From this path of Participatory Research Action (and from the semi-structured interviews made with the educators involved in the project) it has been possible to underline actors’ motivations and viewpoints, and new proposals emerging from the bottom as possible future project horizons in a pedagogical sense.
Riassunto
La pedagogia sociale ha legato la propria riflessività al sistema del welfare state. La crisi e la messa in discussione dei modelli di protezione sociale tradizionali chiamano quindi in causa la pedagogia sociale in quanto ambito disciplinare specifico. È possibile affermare che l’orizzonte della crisi dal contesto economico ha effetto a livello epistemologico sull’approccio al welfare educativo? È possibile rintracciare orizzonti di senso nelle azioni degli operatori dell’educazione utili a ridefinire lo scenario generale uscendo dalle strettoie spesso sclerotizzanti e tentando di riflettere e proporre nuove traiettorie dal basso per uscire dalla crisi? Partendo da queste tesi, attraverso un approccio qualitativo in chiave analitica e trasformativa, l’articolo interroga un contesto locale, quello bolognese, che ha rappresentato per molto tempo il riferimento a livello nazionale per le politiche di welfare e, in particolare, per quanto concerne le innovazioni e le sperimentazioni educative che tenevano insieme sistema educativo formale, territorio, ricerca universitaria in questo settore. Questo articolo ripercorre per sommi capi l’evoluzione storica di questo scenario, mettendo in evidenza le possibili ragioni di una china che ha portato Bologna a divenire da centro dell’innovazione e della sperimentazione sul welfare a realtà periferica in cui l’eredità del passato consente ancora standard di buon livello, ma il cui futuro appare quanto meno nebuloso. Il caso-studio del progetto europeo ATOMS (relativo alla ricerca-intervento sulle traiettorie educative di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica) permette di illuminare in modo emblematico le contraddizioni che connotano l’intero ambito. Il progetto stesso ha preso le mosse dalla constatazione che la fase storica espansiva del welfare educativo bolognese si è esaurita e gli operatori del settore sono attualmente chiamati a ripensare gli interventi e la rete territoriale che li connette. Dal percorso di Ricerca Azione Partecipata e dalle interviste semi-strutturate realizzate con gli operatori coinvolti nel progetto è possibile mettere in evidenza le motivazioni intrinseche da cui il percorso è partito e, al contempo, valorizzare le proposte che dal basso sono sorte come possibili orizzonti progettuali in senso pedagogico.
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