Genere e educazione. Percorsi di resilienza tra emancipazione e violenza
Abstract
The women’s movements of the 1960s and 1970s allowed the traditional models of women’s education and family and social education, identified as sexist, to be questioned. Over time they have always aimed at building a unique sexuality, declined to the masculine, a legacy of a misogynistic and patriarchal culture. Women’s emancipation and the conquest of rights by women have inversely produced, within society, an escalation in the exercise of male domination which still today leads to an increase in episodes of violence against wives, partners and girlfriends. Starting from a historical reconstruction of the changes that have affected women and their processes of formation and entry into the job market, we have gone in search of some of the underlying causes of gender-based violence. The pedagogical Abstracts 195 reflection on gender has defined trajectories that from the search for equality between the sexes, come to the birth of the “thought of difference”, understood as the discovery of otherness and as the valorization of gender, emotional, value, ethnic and cultural diversity. This recognition translates into the need to address gender education to the younger generations both in schools and in universities, in order to promote a critical deconstruction of the conditioning of gender to which we are daily subjected.
Riassunto: I movimenti femminili degli anni Sessanta e Settanta del Novecento hanno consentito di mettere in discussione i modelli tradizionali di istruzione femminile e di educazione familiare e sociale, individuati come sessisti. Nel tempo si è sempre puntato alla costruzione di una sessualità unica, declinata al maschile, retaggio di una cultura misogina e patriarcale. L’emancipazione femminile e la conquista dei diritti da parte delle donne hanno inversamente prodotto, all’interno della società, un’escalation dell’esercizio del dominio maschile che sfocia tutt’oggi nell’aumento di episodi di violenza messi in atto nei confronti di mogli, compagne e fidanzate. A partire da una ricostruzione storica dei cambiamenti che hanno interessato la donna e i suoi processi di formazione e di ingresso nel mercato del lavoro, si è andati alla ricerca di alcune delle cause che sono alla base della violenza di genere. La riflessione pedagogica sul genere ha definito delle traiettorie che dalla ricerca dell’uguaglianza tra i sessi, giungono alla nascita del “pensiero della differenza”, inteso come scoperta dell’alterità e come valorizzazione della diversità di genere, emotiva, valoriale, etnica e culturale. Tale riconoscimento si traduce nel bisogno di rivolgere alle giovani generazioni un’educazione al genere sia nelle scuole sia nelle università, al fine di promuovere una decostruzione critica dei condizionamenti ruolizzanti ai quali siamo quotidianamente sottoposti.
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