Virtualità e cittadinanza. Pedagogia del lavoro e dimensione comunitaria
Abstract
Abstract
The pandemic has prompted a significant acceleration in terms of new digital professions, but also of virtuality, remote work, innovation in the most classic contexts. Beyond the debate on the need to preserve an authentic relationship, virtuality can become an opportunity, a new front of research about citizenship for pedagogy. Globalization, the global gaze is the furrow within which the virtuality of work can build a citizenship, which is above all citizenship of rights. The recognition and satisfaction of the latter for a worker in virtuality, able to satisfy his own needs to live with dignity, are the necessary premise. From work, from new virtual work and the pedagogical reflection connected to it, an opportunity for other perspectives of citizenship.
Riassunto
La pandemia ha sollecitato una notevole accelerazione sul fronte delle nuove professioni digitali, ma anche della virtualità, del remote work, dell’innovazione nei contesti più classici. Oltre il dibattito sulla necessità di preservare una relazione autentica, la virtualità può divenire un’opportunità, un nuovo fronte di ricerca in tema di cittadinanza per il sapere pedagogico. La mondializzazione, lo sguardo globale sono il solco entro cui la virtualità del lavoro può costruire una cittadinanza, che è innanzitutto cittadinanza dei diritti. Il riconoscimento e il soddisfacimento di questi ultimi per un lavoratore in virtualità, in grado di soddisfare i propri bisogni per poter vivere dignitosamente, ne sono la premessa necessaria. Dal lavoro, dal nuovo lavoro virtuale e dalla riflessione pedagogica ad esso connessa, l’occasione per prospettive altre di cittadinanza.
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