The phenomenon of the early leaving of compulsory education and training on the part of young students and of the related impossibility for them of gaining any qualification raises significant questions for contemporary society. While Europe has set as its ambitious goal that of becoming by 2020 the most dynamic and competitive knowledge economy, based on an intelligent, sustainable and inclusive innovation, the high rates of drop out from the educational system represent a major loss both at the individual and the social level. Abandoning very prematurely any educational path (whether school or other educational options provided by the integrated educational system), early school leavers end up having fewer chances to develop knowledge and competences suited for fully and actively participating in the shaping of the European society. As a consequence, insofar as the latter will draw potentially upon a decreased contribution, in terms of knowledge and creativity, from the Authors’ guidelines The submissions should be between 6000 and 7500 words (including tables/figures/references) but longer or shorter papers will be considered The authors are referred to the journal’s guidelines at Submissions that do not comply with these guidelines will be subject to rejection without review. Papers should be submitted through the electronic procedure by September 1, 2017, according to the instructions retrievable at All paper proposals will be subject to a double blind review and the authors will receive the outcomes of the review process by September 30, 2017. If the reviewers request any revisions, the final version of the paper should be submitted by October 20, 2017. The issue of the journal will appear in December 2017. ------------------------------------------------------------- La precoce uscita dal sistema scolastico da parte degli studenti sottoposti ad obbligo formativo (early school leavers from education and training), con la conseguente impossibilità per i soggetti coinvolti di acquisire un titolo di formazione secondaria, è un fenomeno profondamente problematico per l’età contemporanea. Infatti, per una società, come quella europea, che ha l’ambizioso obiettivo di porsi, a livello globale, entro il 2020, quale la più dinamica e competitiva economia della conoscenza basata sull’innovazione intelligente, sostenibile e inclusiva, avere alti livelli di drop out significa subire una perdita radicale, al tempo stesso individuale e sociale. Fuoriuscendo precocemente dal sistema scolastico e non sfruttando le altre possibilità di formazione che il sistema formativo integrato offre, gli early school leavers hanno di fatto meno chances per sviluppare conoscenze e competenze adeguate per partecipare pienamente e attivamente alla messa in forma della società europea e, dunque, quest’ultima – potendo contare, potenzialmente, su un minore apporto conoscitivo e creativo da parte delle risorse umane presenti sul suo territorio – ha meno possibilità di crescere non solo in termini di ricerca e innovazione, ma anche in termini di comunità aperta e accogliente. Per tale motivo, l’Unione Europea – sin dal Trattato di Maastricht del 1992 – ha posto la sua attenzione sul ruolo strategico ricoperto dal sistema formativo nel processo trentennale di costruzione di una economia smart e specialised, gettando le condizioni per l’emersione di una learning society o meglio di uno spazio europeo del lifelong e lifewide learning capace di ridurre, in maniera costante, le sacche di esclusione dal sistema scolastico e, più in generale, dal sistema formativo. In particolare, la Strategia di Lisbona aveva l’obiettivo di ridurre, entro il 2010, in ciascun paese dell’Unione, la percentuale di drop out scolastici almeno del 10%; allo stesso modo, la Strategia Europa 2020 propone di ridurre di un ulteriore 10% il suddetto indice, imponendo agli Stati Membri di portare il tasso dei giovani laureati al di sopra del 40%. Tuttavia, i dati mostrano una situazione ben lontana da tali propositi. Secondo i dati Eurostat, aggiornati al 2013, i più alti tassi di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato ogni tipo di formazione senza aver conseguito un titolo di studio superiore si rilevano in Spagna, Malta, Portogallo e Romania, mentre le nazioni più virtuose sarebbero la Croazia, la Slovenia, la Repubblica Ceca e la Polonia. L’Italia, in questa non gratificante classifica, si posiziona al 5° posto con il 17% di giovani italiani classificabili come early school leavers a fronte di una media europea del 12%, lì dove il divario con tale dato medio è più accentuato per la componente maschile (20,5% contro 14,5%), in confronto a quella femminile (14,5% contro 11,0%). Il dato italiano è confermato e ulteriormente specificato, per Regione, dall’ISTAT: nel 2013, la Regione con minor tasso di drop out è stata il Veneto, quella con il maggior tasso la Sicilia, secondo un trend che colloca le regioni meridionali negli ultimi posti della classifica. Una tale situazione impone al sistema formativo europeo, italiano e regionale di esplorare i motivi che inducono i pre-adolescenti, gli adolescenti e i giovani ad abbandonare il loro percorso formativo. A tal proposito, il Symposium del n. 2/2017 della Rivista Internazionale Civitas Educationis. Education, politics and culture mira ad interrogarsi su questioni come (ma l'elenco non è esaustivo): - i modelli e le teorie sulla dispersione e l'abbandono scolastico, con l'obiettivo di individuarne una possibile storia fatta di cambiamenti e inversioni sia rispetto ai paradigmi epistemologici ad essi sottesi sia rispetto alle metodologie di intervento ad essi connesse; - le politiche dei paesi membri dell'Unione Europea in tema di drop out, proponendo dove possibile una comparazione tra i sistemi nazionali; - le esperienze di ricerca e/o formazione svolte nei paesi dell'Unione Europea e finalizzate a contrastare il fenomeno della precoce fuoriuscita dal sistema formativo integrato, con particolare attenzione al loro impianto epistemologico, teorico e metodologico oltre che all'analisi dei risultati raggiunti
Indicazioni per gli autori Gli articoli – in lingua italiana, inglese, francese o spagnola – da sottoporre alla Rivista dovranno avere una lunghezza compresa tra le 6000 e le 7500 parole, tuttavia saranno presi in considerazione anche articoli più lunghi o più brevi. Le norme redazionali per l’elaborazione dei contributi possono essere consultate alla seguente pagine web: http://universitypress.unisob.na.it/ojs/index.php/civitaseducationis/pages%2Fview%2Fnorme. Gli articoli che non sono conformi alle suddette norme non saranno sottoposti alla procedura di valutazione (referaggio a doppio cieco). Gli articoli dovranno essere sottomessi, attraverso la procedura telematica descritta al seguente link http://universitypress.unisob.na.it/ojs/index.php/civitaseducationis/pages/view/proposte, entro e non oltre il 1 Settembre 2017. In fase di sottomissione è necessario specificare che il contributo è presentato per il Symposium del n. 2/2017. Gli autori riceveranno comunicazione degli esisti della procedura di valutazione entro il 30 Settembre 2017. Eventuali modifiche agli articoli dovranno essere consegnate entro e non oltre il 20 Ottobre 2017. Il numero della Rivista sarà pubblicato a Dicembre 2017. |