Decostruire per emancipare: considerazioni pedagogico-teoriche
Abstract
Abstract: Deconstruction comes from far away. In particular, from the Enlightenment. But it has been since Nietzsche that it has ‘exploded’ in contemporary thinking through Heidegger, Derrida, Nancy and beyond. Its apporach is archaeological and geneaological and goes beyond the explaining towards the activation of a ‘deep’ and critically critical understanding. The educational ‘use’ of deconstruction is pivotal, because educational action is replete with prejudices, which are, though, considered necessary for a thorough formation of subjects. Consequently, deconstruction must be cultivated with subtlety, obviously not alone but it should play a preliminary role: indeed, against prejudices.
Riassunto: La “decostruzione” viene da lontano. In particolare dall’Illuminismo. Ma è dopo Nietzsche che “esplode” nel pensiero contemporaneo e lo feconda, su su fino ad Heidegger, fino a Derrida, fino a Nancy e oltre. Il suo sguardo è archeologico e genealogico e oltrepassa lo spiegare per attivare un comprendere “profondo" e critico-critico. Il suo “uso” pedagogico è centrale, poiché l’agire educativo è nutrito di pre-giudizi, ma sempre funzionali alla formazione più autentica dei soggetti. Così la decostruzione va qui coltivata e con finezza. Non da sola, è ovvio, ma con un ruolo sempre più preliminare: contro i pre-giudizi, appunto.
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