Cartografie Sociali è una delle articolazioni entro le quali, a partire dal 2016, il progetto URiT (Unità di ricerca sulle Topografie Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa) si è riversato.
La rivista, con uscite semestrali programmate a maggio e novembre, nasce dalla necessità di affiancare alla produzione di monografie scientifiche modalità più agili e versatili di diffusione dei testi, in grado di raggiungere potenzialmente un pubblico ampio e diversificato, e dall'esigenza - sempre più avvertita dal gruppo - di aprire con maggior continuità le proprie prospettive di ricerca al confronto con la comunità scientifica nazionale e internazionale, con i tanti interlocutori e autentici compagni di strada incontrati in questi anni in Italia, Francia, Regno Unito, Maghreb, Vicino Oriente, Nordamerica, America Latina...
Se il progetto dal quale la rivista prende le mosse è, dunque, quello più generale delle URiT e delle prospettive di ricerca che a esse sono proprie, tale progetto non ignora certo il suo sfondo...
Le rappresentazioni correnti del Terzo Millennio ci rinviano sempre più spesso l'immagine di superficie di un sociale profondamente in crisi: in discussione sembra essere l'insieme delle forme di organizzazione che avevano caratterizzato il secolo precedente e le sue speranze, le forme stesse della cittadinanza moderna, gli ideali e gli immaginari di massa che l'avevano progressivamente forgiata all'interno del corpo sociale e che, a far data almeno dal secondo dopoguerra, avevano trovato la loro espressione più compiuta e riassuntiva nel compromesso economico, politico e giuridico del Welfare (magistralmente descritto - tra gli altri - da Robert Castel, maestro e compagno di strada della nostra avventura di ricerca, alla cui memoria vorremmo che queste pagine fossero capaci di rendere testimonianza).
Al cospetto dei piani apparentemente lisci di tale superficie di crisi, le scienze sociali sembrano dibattersi spesso fra due sole alternative: aggrapparsi (con qualche compromesso - spesso non piccolo - in termini di coerenza epistemologica, se non metodologica) a tale superficie, limitandosi a validare la doxa corrente con l'autoritarismo neo-positivista della propria parola "di verità"; oppure mollare la presa, nascondendo sotto la maschera blasé del relativismo una vera e propria impotenza sociologica, incapacità di penetrare, comprendere e spiegare il reale contemporaneo se non nella forma puramente tautologica della sua opacizzazione.
L'idea di fondo della rivista è che le scienze sociali siano costitutivamente scienze "di crisi": la loro gleba natale è precisamente nel gorgo effervescente della rivoluzione industriale, la loro motivazione profonda nello smarrimento di fronte alle imponenti trasformazioni che - come ci ha insegnato Durkheim - caratterizzarono quell'epoca e videro il tracollo di antichi valori e forme organizzative e la nascita di nuovi... Nessuna ragione plausibile sembra necessitare l'abbandono di tali ragioni epistemologicamente costitutive, neppure nella crisi/trasformazione di una modernità che si fa "tarda", "liquida" o - secondo altri - succede a sé stessa come "post".
Proprio tali ragioni postulano, d'altra parte, la necessità di non fermarsi ai piani lisci e colorati della cartografia politica (alle narrazioni ideologiche del sociale), per esplorarne invece sul terreno le micro-asperità, i segni di discontinuità e differenziazione, le pieghe di soggettivazione e di resistenza, restituendone la cartografia fisica all'intelligibilità collettiva e alla discussione pubblica. In altre parole, se il sociale contemporaneo sembra mostrarsi sempre più spesso nelle forme di un continente sconosciuto, occorre allora tornare all'artigianato della ricerca: alla maniera dei laboratori cartografici che accompagnarono l'Età delle grandi scoperte geografiche, la rivista intende, perciò, porsi come luogo di servizio per i naviganti - ossia per quanti, a vario titolo, operano nel sociale, nelle istituzioni, nel mondo della politica e dell'associazionismo - ma anche come spazio d'incontro fra esperienze e tradizioni differenti di ricerca, fra ricercatori/esploratori e teorici/cartografi, tra quanti percorrono quotidianamente la superficie del reale con il bagaglio dei propri strumenti di rilevazione (quantitativi o qualitativi che siano) e quanti si sforzano incessantemente di ricondurre i dati a sintesi, a tracce sia pur labili di rotte future. Un luogo wrightmillsiano, se si vuole, uno spazio di "immaginazione sociologica" capace di costituirsi come una voce polisemica nel panorama della ricerca e dell'analisi delle società contemporanee, frontiera aperta sia al confronto fra metodi e paradigmi differenti che alla contaminazione fra discipline e saperi, nella consapevolezza che la sociologia non può bastare a se stessa e che antropologia, psicologia, politiche sociali, comunicazione, diritto, scienze del territorio e dell'ambiente, storia delle idee, sono destinate a misurarsi sempre più spesso sullo stesso terreno.
I numeri della rivista avranno prevalentemente carattere monografico e l'articolazione del loro sviluppo interno prevede concretamente cinque sezioni, organizzate secondo prospettive di scalarità differente, di maggiore o minore ampiezza delle superfici d'investigazione e livello di approfondimento:
Mappe: la prima sezione ambisce, in generale, alla ricostruzione storico-critica, il più possibile organica, di un particolare lemma o filone di riflessione delle scienze sociali e umane. È, in altre parole, il luogo metadiscorsivo delle "cartografie esistenti", la cui ricognizione sarà affidata (alternativamente o in successione) tanto a studi appositamente svolti o commissionati dalla redazione, quanto alla trascrizione parziale o integrale di atti di convegno o seminariali, lectures e relazioni, alla traduzione o ripubblicazione di classici, ma anche a saggi di carattere bibliografico o "percorsi di lettura". In virtù della sua particolare configurazione, questa sezione della rivista si presta, in genere, agevolmente a una proficua utilizzazione didattica.
Rotte: la sezione intende rendere disponibili al confronto scientifico e - più in generale - a quanti operano nel sociale, le ricerche prodotte sia da URiT che da altri gruppi di ricerca e singoli ricercatori. Ospiterà, pertanto, elaborati prevalentemente eterogenei (per temi, posizioni teoriche, metodi, lingua e scrittura), finalizzati soprattutto all'esplorazione diretta, sul campo, di fenomeni emergenti del sociale. Gli autori potranno essere tanto esponenti di rilievo del mondo accademico nazionale e internazionale, quanto giovani studiosi meno noti al grande pubblico. La cifra comune sarà data, piuttosto, dal livello di profondità e compiutezza dei singoli contributi.
Rilievi: a complemento di quella precedente e secondo le stesse modalità organizzative, la presente sezione ospiterà primissimi "rilievi" e "misurazioni" che non sono ancora "carte", ossia contributi direttamente attinti dalle ricerche sul campo, prime formulazioni di analisi compiute o in corso di svolgimento, anticipazioni di prospettive innovative sotto il profilo dei metodi o dei contenuti. Carnets de recherche, "Taccuini", Progress e Proceedings di "lavori in corso": insomma, notizie e anticipazioni dalle esplorazioni di territori di ricerca ancora vergini, il cui pregio consisterà nel carattere di frontiera, piuttosto che nella completezza delle acquisizioni.
Wunderkammer: quale traduzione elettronica di una moderna "camera delle meraviglie", la sezione raccoglierà frammenti discorsivi minimi, che rappresentino, però, degli exempla all'interno dei rispettivi campi del sapere. Tali materiali (biografie, diari, appunti, lettere, carteggi, notazioni, dati di ricerca grezzi, discorsi ufficiali, testi peritali, rapporti diagnostici etc., ma anche immagini e disegni), dei quali è impossibile definire a priori un catalogo per tipi e fonti, sono accomunati dalla loro produzione entro contesti enunciativi contigui alle occasionalità tematiche della rivista. È il retrobottega, il magazzino del cartografo, reperti nudi di ciò che non è ancora ricerca e non necessariamente lo sarà...
Travelogues: sezione dedicata alle "recensioni". Oggetto di esse, non soltanto le pubblicazioni a stampa, ma anche materiali eterogenei (produzioni artistiche, cinematografi che, musicali, mostre, nonché siti e blog pescati nella Rete) e puri eventi del quotidiano che abbiano particolare rilievo per gli assi di riflessione socio-cartografica di volta in volta individuati dalla redazione. Una "guida tascabile" di viaggio per cartografi e aspiranti tali, sul modello di quelle anticamente redatte dagli stessi viaggiatori. Per continuare a viaggiare.
Questa articolazione in sezioni non costituisce un vincolo assoluto alla declinazione di ogni singolo numero; rappresenta una traiettoria di lavoro e la sua implementazione dipenderà dalla decisone del curatore e/o della curatrice del numero in accordo con la Redazione, dalla tematica analizzata, dalla quantità e dalla tipologia di articoli che giungeranno in risposta a una call o a un numero in lavorazione; di volta in volta si potrà decidere di elaborare un numero che tenga conto di tutte e cinque le sezioni o di parte di esse.
ISSN: 2499-7641

Direzione Scientifica
Lucio d'Alessandro (UNISOB)
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Maurizio Bergamaschi (Alma Mater Studiorum Università di Bologna)
Emiliano Bevilacqua (Università del Salento)
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Anna D'Ascenzio (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli)
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Coordinamento redazionale: Stefania Ferraro (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli)
Ultimo aggiornamento dei nominativi presenti nei vari organi della rivista: novembre 2021
News
Buon viaggio, Hebe... |
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Noi madri non vogliamo che capiate il nostro dolore ma la nostra lotta perché il dolore non si può spiegare, la lotta sì. https://drive.google.com/file/d/1KuFSP2mbK_1hapRtzuOPSxiXiMjoOJuV/view?usp=share_link
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Inserito: 2022-11-23 | [leggi tutto] |
ANTONIO CHIOCCHI: SU CARTOGRAFIE SOCIALI n. 9/2020, Cosa resta del manicomio? |
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Testo completo al link: https://drive.google.com/file/d/1SOKzLXv5iATbEBSW4SPGT68nno6VqQem/view?usp=sharing
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Inserito: 2020-10-21 | |
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