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Nel numero sono state mappate soggettività "senza valore" nella nuova "questione sociale", investigando l'unità di differenti posizioni in rapporto alle attuali ristrutturazioni economiche e sociali. Si è definito un diverso canone interpretativo del lavoro, abile a rovesciare l'idea di esso come luogo inquadrato nella sola meccanica fordista e produttivistica. Il lavoro è, oggi, sempre più intrappolato in flussi informativi che valorizzano impulsi lean e porosità gestionali.
Nel numero sono state mappate soggettività "senza valore" nella nuova "questione sociale", investigando l'unità di differenti posizioni in rapporto alle attuali ristrutturazioni economiche e sociali. Si è definito un diverso canone interpretativo del lavoro, abile a rovesciare l'idea di esso come luogo inquadrato nella sola meccanica fordista e produttivistica. Il lavoro è, oggi, sempre più intrappolato in flussi informativi che valorizzano impulsi lean e porosità gestionali. L'intero volume delinea, così, una prima cartografia conflittuale, mappando al contempo saperi e pratiche resistenziali, come la rivalutazione della categoria sociologica del "conflitto". Ciò diviene fondamentale per comprendere i limiti di una cittadinanza morale basata sul concetto di autoimprenditorialtà, in cui la forza lavoro è costantemente rovesciata come capitale umano di segno e di senso. Nell'idea cartografica, lo sforzo fisico e simbolico diviene la chiave di lettura della contemporaneità sociale, mentre il conflitto ne diventa la postura metodologica, chiarendo che il processo di ristrutturazione neoliberale è in sé un evento non neutrale, contrapposto alla singola pretesa di divenire biografico. Si raffigura, così, un affresco economico, in cui impianti e macchine - fagocitati da algoritmi che confondendo percettivamente democratizzazione del lavoro e accelerazione del ritmo industriale - scrutano leadership e performance individuali.
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