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Il 24 maggio 2014 George Tabori avrebbe compiuto cent'anni - un'età che lo scrittore e regista ebreo budapestino con passaporto britannico, lunghe frequentazioni americane, mogli svedesi e tedesche, consuetudini viennesi e sepoltura berlinese per poco non ha davvero raggiunto. Al Berliner Ensemble, dove Tabori fu attivo nell'ultimo decennio fino alla morte il 23 luglio 2007, un nutrito festival teatrale e cinematografico ha celebrato il secolo trascorso dalla sua nascita, in altri luoghi della "vecchia Europa" e del "nuovo mondo" sono stati organizzati eventi per ricordare questo protagonista del Novecento, che ha conosciuto Bertolt Brecht e Charles Laughton, ha lavorato con Alfred Hitchcock e Samuel Beckett, si è intrattenuto con Thomas Mann e Greta Garbo, ha saputo giostrarsi nel mondo dorato di Hollywood (un "bordello", a suo dire) e ha frequentato l'Actor's Studio, ha sviluppato il suo teatro sperimentale nelle "catacombe" mitteleuropee degli anni Settanta-Ottanta per conquistare poi, in tarda età, le "cattedrali", vale a dire i grandi teatri stabili delle capitali sul Danubio e sulla Sprea, beniamino del pubblico e della critica, di scrittori e attori, da Elfriede Jelinek a Gert Voss.
In quello stesso 2014 Steidl (Göttingen) ha dato il via a una riedizione in grande stile delle opere di Tabori, con i quattro volumi di romanzi, parte di una produzione giovanile meno nota, e l'intera produzione drammatica in due volumi, sigillo della sua fama. Contemporaneamente, Wagenbach (Berlino) rimandava alle stampe le prose autobiografiche e saggistiche; nell'editoria di lingua inglese e francese si approntavano alcune uscite. Anche in Italia qualcosa si è mosso, con la prima traduzione del dramma Die Goldberg-Variationen (Le variazioni Goldberg, Editoria e spettacolo) e la presentazione dell'opera e dell'autore a Ferrara e a Firenze, grazie in particolare a Laura Forti. A Milano, nell'autunno di quell'anno, una giornata di studi organizzata proprio da Laura con Marco Castellari (curatore del volume), all'Università degli Studi, e coronata da una lettura scenica al Piccolo Teatro, ha costituito l'omaggio nostrano a George Tabori, con l'esplicita intenzione di ridare slancio, in Italia, alla fortuna di un autore con titoli nei cataloghi di Einaudi (I cannibali; Mein Kampf) e Garzanti (Jubiläum), noto nel mondo teatrale anche per aver diretto un'edizione del Mittelfest ma, tuttora e purtroppo, non molto rappresentato. La produzione anconitana, a inizio 2015, di un melologo tratto da The Cannibals / Die Kannibalen (I cannibali, voce narrante Elio De Capitani), e l'annuncio, per l'autunno 2016, di una messinscena delle Variazioni Goldberg a Milano (Teatro Franco Parenti, regia di Luca Micheletti) sono segnali di un ritorno d'interesse che, si spera, avrà sviluppo ulteriore.
La raccolta di saggi su Tabori che ora trova accoglienza nel programma di «Cultura tedesca» si colloca nel contesto appena descritto e vuole stimolare il confronto con una figura tanto interessante per la sua storia quanto attuale per il nostro tempo. Si tratta della prima pubblicazione organica sull'autore in lingua italiana, dopo l'uscita di singoli saggi e contributi sparsi negli anni precedenti. Sono qui raccolte le riflessioni degli artisti e studiosi che hanno partecipato alla giornata di studi milanese, con l'aggiunta di alcuni ulteriori saggi e testi.
Ulteriori informazioni
Collana | Cultura Tedesca |
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Titolo | George Tabori (a cura di Marco Castellari) |
A cura di | Marco Castellari |
ISBN | 978-88-5753-809-9 |
Pagine | 206 |
Anno di pubblicazione | 2016 |