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Il faut défendre la société. È questo il reticolo enunciativo dal quale muove Foucault, nel Corso del 1976 al Collège de France; parte da qui per arrivare ad analizzare il biopotere, cioè quel potere che si applica globalmente alla popolazione, alla vita e ai viventi.
Da qui muove anche il nostro il faut défendre l'humanité, "bisogna difendere l'umanità", quale progetto politico e scientifico di riflessione su un'umanità centrale e centralizzata, che - come spiega lo stesso Foucault in Sorvegliare e punire (1976) - è effetto e strumento di complesse relazioni di potere, di corpi e forze assoggettate da molteplici dispositivi di sicurezza e prevenzione, contro patologie così come contro ogni possibile nemico che assuma le sembianze del terrorismo globalizzato.
In particolare, proviamo ad analizzare l'intricata "geografia" di discorsi sui diritti umani, studiandoli come un complesso di pratiche narrative mediante le quali è possibile dislocare popolazioni e territori secondo specifiche classi di rischio: stranieri, musulmani, arabi, criminali per nascita, terroristi etc..
Ancora una volta partiamo dai discorsi, quelli sui diritti umani, che inevitabilmente investono le tematiche della "razza" perché «la razza, il razzismo, sono - in una società di normalizzazione - la condizione di accettabilità della messa a morte» (Foucault 2009, p. 221). Del resto, la soglia di politicizzazione degli enunciati contro un popolo e un territorio viene oltrepassata nel momento in cui una costellazione di formazioni discorsive (enunciati scientifici e pseudoscientifici, giuridici, burocratici, mitici, profetici, apocalittici) definiscono le condizioni di accettabilità di pratiche e istituzioni che ordinano e amministrano l'esclusione, la criminalizzazione, la medicalizzazione e, infine, la messa a morte dei soggetti che minacciano l'integrità biopolitica di un'entità, cioè di un popolo, una nazione, una razza".
Nello specifico, in questo numero di Cartografie Sociali proviamo a decostruire i discorsi sulle rappresentazioni narrative dell'Europa e dell'Africa, attraversando i centri di detenzione dei migranti in Belgio, le politiche di governo dei migranti nei "quartieri sensibili" francesi, giungendo sino al territorio asiatico, con il conflitto di Kashmir; toccando il nervo scoperto della guerra ai diritti umani: le mobilità palestinesi; analizzando il caso di "una democrazia occidentale esportata" ed edificata nell'Iraq post Saddam Hussein e ritornando al "nostro Sud" parlando di mafia, di mobilità internazionale, di sudditanza economica e di criminalizzazione di una popolazione e di un territorio.
Altrettanto spazio abbiamo deciso di dedicare alle resistenze, in particolare ai movimenti sociali Latinoamericani e ai movimenti per il diritto all'abitare a Napoli.
Sommario
Ulteriori informazioni
Collana | Cartografie sociali |
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Titolo | Vol 1, N° 2 (2016) - Bisogna difendere l’umanità. I diritti umani tra pratiche di guerra, relazioni di potere, mobilità internazionale e resistenze |
A cura di | Marco De Biase, Stefania Ferraro |
ISBN | 978-88-5753-933-1 |
Pagine | 378 |
Anno di pubblicazione | 2016 |