Punto iniziale e condiviso del confronto è stato, inevitabilmente, lo stato
dell'arte delle due macro-aree, Ambiente e Salute, nel Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza (PNRR); nello specifico, il documento di intervento
post-pandemico alloca gli interventi relativi all'ambiente e alla salute
rispettivamente nella Missione 2, denominata Rivoluzione verde e transizione
ecologica, e nella Missione 6, denominata semplicemente Salute,
sorprendentemente ultima tra le altre nell'articolazione delle sei missioni
elencate nel PNRR, se si valutano le condizioni sanitarie dalle quali origina
l'intervento. Mappe, la prima sezione della rivista, apre con importanti
analisi sulle metodologie delle ricerche in campo ambientale e sanitario, per
analizzare - poi - due casi specifici: Messina, rispetto all'uso strumentale del
rischio ambientale e sanitario; la geografia migratoria nel Mediterraneo, essa
stessa questione che non può essere compresa se scissa dal governo neoliberale
del lavoro, dell'ambiente e della salute.
Rotte ci immerge totalmente nel reticolo complesso e spesso tortuoso
della relazione tra lavoro e sicurezza, tanto ambientale quanto del singolo, sia
attraverso un'accurata analisi del profilo professione del medico competente,
mediatore tra azienda e lavoratori, sia ricomponendo le logiche di profitto che
sovrastano la sicurezza e considerano la prevenzione un mero costo gestionale.
Rilievi apre a una "grande assente" nel PNRR: la salute mentale;
assenza indice anche della strumentalizzazione con la quale si è narrata la
drammaticità psicologica del COVID-19. Successivamente, questa terza sezione
della rivista pone in luce una tematica, la biodiversità, qui messa a attraverso
la ricostruzione genealogica di uno spettacolo teatrale sui semi.
Wunderkammer è dedicata a due importanti focus: il primo, il giornalismo
d'inchiesta e il ruolo dell'informazione relativamente alla triade produzione
capitalistica/ambiente/salute; il secondo, la dimensione partecipativa della
lotta per il riconoscimento dei diritti lesi; partecipazione che non risponde
alla retorica neoliberale dell'essere cittadino attivo e responsabile, ma che -
invece - deve essere intesa (come Hebe de Bonafini e Olivieri la intendono) come
un'autentica sinergia Io/Altro.